BRIOSCO – Tutti si lasciavano impietosire dalla sua condizione di paraplegica. La 46enne di Briosco, però, era una persona da temere: ladra seriale, ha messo a segno almeno 14 colpi nell’arco di cinque mesi. Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Seregno le hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove peraltro si trovava già per fatti analoghi. L’accusa nei suoi confronti è di evasione, furto, indebito utilizzo di carte di credito.
Le plurime condotte illecite ascrivibili ad una portatrice di handicap, risalgono a partire dal mese di maggio dello scorso anno, e sono state ricostruite dai militari dell’Arma in seguito alle denunce presentate dalle vittime in diversi Comandi della Compagnia Carabinieri di Seregno. La donna, strumentalizzando la propria condizione d’invalidità, non esitava a “spillare” il portafogli a coloro che, dimostrandogli solidarietà, le davano un passaggio in auto o in taxi. I colpi, studiati nei minimi dettagli e che hanno fruttato svariate migliaia di euro, avvenivano prevalentemente nei parcheggi dei supermercati dove la stessa, dopo avere individuato la vittima, e una volta preso posto sul sedile anteriore del veicolo, approfittava dell’allontanamento momentaneo della persona dall’abitacolo, intento a riporre nel bagagliaio dell’auto la sedia a rotelle, appropriandosi di soldi, carte di credito, blocchetti di assegni e documenti, per poi utilizzarli per l’acquisto di beni in diversi esercizi commerciali della provincia.
Le indagini serrate dei militari delle stazioni dei Carabinieri di Besana in Brianza e di Giussano, si sono concentrate proprio incrociando i dati – tutti coerenti – forniti dalle persone offese, attraverso la descrizione dell’autrice dei furti, visibilmente riconoscibile a causa della menomazione e quelle dei dipendenti degli esercizi pubblici, presso i quali erano state utilizzate le carte di credito rubate. L’attività investigativa ha quindi permesso di raccogliere gravi e concordanti indizi di reità nei confronti dell’indagata per un totale di 14 episodi delittuosi commessi nel periodo dal 2 maggio al 26 ottobre 2020 nel quale la stessa, approfittando della solidarietà e della fiducia riposta in lei per la propria paraplegia con conseguente agevolazione nella commissione di condotte predatorie, in evasione dagli arresti domiciliari, dopo aver commesso svariati furti, aveva indebitamente utilizzato delle carte di credito delle proprie vittime.
Tra gli episodi delittuosi si riportano quelli commessi in data:
– 2 maggio 2020, in Veduggio con Colzano, quando, dopo aver chiesto un passaggio in automobile a un 43enne, approfittando della distrazione della persona offesa intenta ad aiutarla a salire a bordo del veicolo e a caricare sullo stesso la carrozzina per disabili, lo aveva derubato di un telefono cellulare;
– dal 9 all’11 giugno 2020, in Briosco, quando, dopo essersi fatta accogliere in casa, con abuso di ospitalità, si era impossessata del blocchetto degli assegni della 48enne;
– 23 luglio 2020, in Veduggio con Colzano, quando dopo aver chiesto un passaggio in automobile a una 45enne, si era impossessata del portafogli della donna contenente denaro contante, documenti personali e una carta di credito;
– 8 ottobre 2020, in Briosco, quando, dopo aver chiamato un taxi, durante le fasi di caricamento della propria carrozzina sul mezzo, aveva approfittato della distrazione del conducente per impossessarsi il suo portafogli;
– 26 ottobre 2020, in Besana in Brianza, quando durante una visita medica si impossessava del portafoglio della sua dottoressa 35enne per poi utilizzarne i soldi e le carte di pagamento nei negozi del centro commerciale “Gran Giussano”.
I gravi indizi di reato, parimenti aggravati per aver commesso i fatti durante il tempo in cui l’indagata si era volontariamente sottratta alla misura degli arresti domiciliari, hanno confermato il quadro accusatorio permettendo al Tribunale di Monza di poter ricorrere, nel caso di specie, all’applicazione più rigorosa delle esigenze della custodia cautelare in carcere, misura ritenuta idonea al fine di scongiurare il pericolo attuale e concreto di reiterazione di reati della stessa specie.
La donna già si trova in carcere a Bollate (Milano) da alcune settimane, in seguito ad altri elementi raccolti dall’Arma di Giussano per analoghi reati commessi nello scorso mese di settembre.