SEREGNO – Il sindaco Alberto Rossi aveva preannunciato tempi lunghi prima di poter ottenere un secondo ufficio postale in città, ma forse non avrebbe mai immaginato un’attesa di questo tipo. Se tutto va bene e non si verificano imprevisti, forse sarà la novità della prossima primavera. Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino ha deciso di scrivere nuovamente a Poste Italiane per sollecitare la decisione e per chiedere un aggiornamento sullo stato della pratica.
“Con riferimento alla corrispondenza intercorsa nei mesi scorsi – ha scritto il sindaco al direttore generale -, nella quale ci veniva prospettata l’apertura di un secondo ufficio postale nella nostra città, sono a chiederle qualche riscontro in merito all’iter e ai tempi che seguiranno. In queste ultime settimane sono aumentate le segnalazioni di disservizi e, come è stato più volte evidenziato e condiviso, numerosi cittadini lamentano lunghi tempi di attesa per poter accedere agli sporteli dell’ufficio di via Medici, che appaiono numericamente insufficienti per le dimensioni della città di Seregno”.
La situazione, come possono confermare i cittadini, è davvero insostenibile. I disagi sono quotidiani. Un solo ufficio postale al servizio di una città di 45mila abitanti, nonché sede di numerose imprese, è decisamente insufficiente. E, a rendere tutto più insopportabile, c’è anche la considerazione che città limitrofe meno abitate e meno importanti hanno più uffici postali sul loro territorio. Oltre al discorso di rapporti numerici, tuttavia, Seregno può giocare anche la carta del “peso” non indifferente dal punto di vista dell’economia e dei servizi offerti.
Rossi già all’inizio del mese di ottobre 2020 aveva contattato la direzione di Poste Italiane per chiedere l’apertura di una seconda sede a Seregno. Aveva rivelato pubblicamente la sua richiesta spiegando che il Comune non ha alcuna voce in capitolo sulla decisione finale. Aveva inoltre evidenziato come un servizio così importante non possa essere garantito da pochi sportelli soprattutto nell’epoca Covid che stiamo vivendo: la situazione è stata infatti ulteriormente appesantita dalla necessità del distanziamento interpersonale e dai servizi garantiti solo su prenotazione, con lunghe code che si formano sempre davanti alla sede di Poste Italiane.
Il sindaco non ha mai indicato, invece, la collocazione del secondo ufficio che ha chiesto di avere sul territorio. La valutazione, come ha spiegato lui stesso, è lasciata a Poste Italiane, che si basa su tutta una serie di parametri quali le distanze da altri sportelli, il bacino di utenza, gli spazi disponibili, i parcheggi presenti in zona.
“È un servizio per la cui apertura abbiamo parlato e insistito con Poste Italiane – racconta Rossi – in molteplici occasioni. In una bella e crescente relazione di collaborazione tra le parti, abbiamo avuto conferma in primavera che verrà realizzato, convinti che costituirà una novità importante e utile per tutti i cittadini”.