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Monza, una targa per scoprire i beni architettonici della città

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 18 Ott 2021   Posted by Gualfrido Galimberti


MONZA – Da Angelo Mangiarotti a Gio Ponti, da Luigi Caccia Dominioni a Justus Dahinden. Sono numerosi a Monza gli edifici “firmati” da alcuni dei più importanti maestri dell’architettura moderna. “AMM Architetture Moderno Monza” è un progetto dell’amministrazione comunale e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Monza e della Brianza che, attraverso il posizionamento di specifiche targhe, realizza un itinerario attraverso la scoperta del “Movimento Moderno”.

“Questo progetto – spiega il sindaco Dario Allevi – vuole offrire ai cittadini una prospettiva nuova per scoprire o riscoprire alcuni edifici di Monza dall’importante valore architettonico e culturale, attraverso delle targhe “interattive”. Gli edifici scelti sono le pietre miliari di una mappa virtuale dell’architettura moderna monzese”.

Davanti ad ogni edificio sarà posizionata una targa in metallo che riporta la denominazione dell’architettura, il nome dei progettisti e l’epoca o il periodo di realizzazione. Attraverso lo smartphone e il sistema Rfid (Radio frequency identification), sarà possibile collegarsi alla scheda pubblicata sul sito dell’Ordine degli Architetti che racconta la storia di quell’edificio.

“Monza è famosa per numerosi monumenti – afferma Martina Sassoli, assessore alle Politiche del territorio -. Penso alla Villa Reale o al Duomo, all’Arengario o a Santa Maria alle Grazie. Luoghi icona che sono entrati nell’immaginario collettivo. Ma la città è caratterizzata anche da edifici contemporanei, forse meno noti, ma di grande qualità architettonica e di valore culturale e storico. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini alla tutela e alla salvaguardia del proprio territorio perché siamo convinti che l’identità di una comunità nasce e si consolida anche intorno al tessuto urbano”.

Fino agli inizi degli anni Trenta a Monza dominava lo stile Liberty. Nel ventennio tra le due guerre il centro storico della città subisce una radicale trasformazione sulla scia dei criteri monumentali dell’epoca. Durante la guerra a Monza emerge con forza il tema della “discontinuità” già evidente con i primi esempi di architettura razionalista e vengono realizzati alcuni significativi esempi di architetture contemporanee caratterizzate da una “rottura consapevole” con il contesto urbano. È la nascita dello stile del “Movimento Moderno”.

“Il progetto ‘AMM Architetture Moderno Monza’ – interviene Enrica Lavezzari, presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C. Enrica Lavezzari – è nato con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità a riconoscere e a valorizzare l’architettura moderna presente sul suolo monzese. “AMM Architetture Moderno Monza”, in linea con i contenuti della Convenzione Europea per il Paesaggio, si pone tra le proprie finalità quella di mettere a fuoco il tema del Paesaggio urbano, come risorsa finora non compiutamente valorizzata, per sensibilizzare ed educare i cittadini alla tutela e alla salvaguardia del proprio territorio. Cogliendo lo spunto della pubblicazione divulgativa “Monza architetture contemporanee” edita dal Comune di Monza nel 2018, la Commissione Cultura dell’Ordine e l’amministrazione si sono impegnati a condurre una specifica attività d’individuazione degli edifici più emblematici presenti sul territorio di Monza – alcuni dei quali opera di progettisti di chiara fama nel panorama dell’architettura contemporanea, costruiti nel Novecento, con particolare riguardo alle realizzazioni ‘moderne’, con l’obiettivo di documentarle adeguatamente, per una più attenta valorizzazione degli stessi. Gli edifici contrassegnati dalla targa diventano così pietre miliari di un “percorso” o di una “mappa virtuale” dell’architettura moderna monzese”.

Il progetto “AMM Architetture Moderno Monza” ha individuato 25 edifici, costruiti tra il 1922 e 1976, progettati da alcuni dei più importanti architetti dell’epoca: da Gio Ponti a Angelo Mangiarotti, da Luigi Caccia Dominioni a Justus Dahinden, da Fredi Drugman a Gustavo e Vito Latis. Le architetture scelte sono 25: edificio residenziale “La Balossa” (arch. Angelo Mangiarotti – 1972), edificio industriale “Elmag S.p.A.” (arch. Angelo Mangiarotti – 1964), centro di controllo RAI (arch. Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli – 1950/1954), edificio residenziale via Spreafico (arch. Gio Ponti, Alberto Rosselli e Antonio Fornaroli – 1961), Chiesa di San Biagio (arch. Luigi Caccia Dominioni – 1963/1968), palazzo Oxford (arch. Luigi Caccia Dominioni – 1963), edificio residenziale via Cesare Battisti (arch. Luigi Caccia Dominioni – 1970), edificio residenziale via Albinoni (arch. Luigi Caccia Dominioni – 1963/1694), complesso “Edilparco” (arch. Luigi Caccia Dominioni – 1964/1966), complesso parrocchiale Chiesa di San Giuseppe (arch. Justus Dahinden – 1972/1976), edificio residenziale largo Esterle (arch. Camillo Magni – 1963), edificio residenziale “Le Grazie Vecchie” (arch. Camillo Magni – 1963), edificio residenziale “Grattacielo Domus” (arch. Pino Galimberti – 1955), edificio residenziale via Liguria (arch. Drugman Fredi – 1959/1963), edificio residenziale via Toscana (arch. Drugman Fredi – 1957/1959), complesso parrocchiale San Pio X (arch. Gustavo e Vito Latis – 1971/1975), edificio residenziale via Passerini (arch. Piero Borradori – 1935), edificio industriale “ICAR S.p.A.” (arch. Piero Portaluppi – 1960), quartiere “INA” (arch. Vittorio Faglia, Mauro Terzaghi e Augusto Magnaghi – 1955/1955), edificio residenziale via Zanzi (arch. Vittorio Faglia – 1953), complesso scolastico scuola “De Amicis” (arch. Luigi Ricci – 1961/1964), complesso parrocchiale Chiesa di Cristo Re (arch. Luigi Ricci – 1966), complesso scolastico “Preziosissimo Sangue” (arch. Arturo Peverelli – 1964/1968), edificio residenziale largo XXV Aprile (arch. Luigi Bartesaghi – 1935), edificio industriale “Cotonificio ex Fossati” (arch. Piero Portaluppi – 1922).

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