SEREGNO – Il servizio di ricarica delle auto elettriche in città bocciato dagli utenti. Non riscuote grande successo l’ultima iniziativa dell’amministrazione comunale, realizzata in collaborazione con RetiPiù. Una novità davvero recente, visto l’inaugurazione è avvenuta negli ultimi giorni del mese di ottobre, alla presenza del sindaco Alberto Rossi, del vicesindaco Roberto Marini e di Mauro Ballabio (presidente di RetiPiù). In tutto cinque colonnine, dislocate in punti strategici della città: nel frequentatissimo corso Matteotti, in piazza Donatori del Sangue (angolo via Odescalchi), via Formenti (angolo via De Nova), via Umberto I (angolo via Ballerini) e nel parcheggio del Parco “2 Giugno” alla Porada.
“Avremmo voluto inaugurarle qualche mese fa – aveva dichiarato il sindaco in occasione dell’inaugurazione -, ma a causa di un intoppo burocratico è stato necessario aspettare. Siamo contenti di consegnare alla città questa infrastruttura nuova e utile, che aumenta il numero di servizi a Seregno e contribuisce a renderla più sostenibile e attrattiva, e ringrazio il presidente Ballabio e RetiPiù per l’importante lavoro di investimento che, in collaborazione con l’amministrazione, stanno portando avanti sul territorio”.
Gli automobilisti che hanno auto elettriche, però, la pensano ben diversamente. E lo dicono apertamente sui social network attraverso il gruppo Facebook “Sei di Seregno se…”: “Il servizio è a dir poco imbarazzante – scrive il seregnese che ha aperto la discussione -. Ci sono voluti due anni per attivarlo, ma costa il triplo rispetto a una colonnina di via Palestro o di corso Como a Milano. In più si paga il parcheggio anche di sera e nel weekend, c’è un costo di attivazione di 50 centesimi. Tradotto in soldoni, costa più della benzina”.
Per il seregnese deluso, inoltre, il servizio presenta anche un altro grave limite: “Il gestore è pubblicamente pressoché sconosciuto e sulla App non si trovano i contatti, riferimenti alla privacy, o il classico “chi siamo”. Tra l’altro ci sono pagine in inglese”.
Unica voce fuori dal coro? Non proprio: “Tutta pubblicità per fare vedere che sono bravi ed ecologici”, replica un utente. “Inoltre strisce blu a pagamento per le auto elettriche – evidenzia un’altra cittadina – mentre a Milano e a Monza sono gratuiti. Ho chiesto alla società che gestisce i parcheggi e al Comune, mi hanno confermato che c’è il pagamento anche per le auto elettriche”. Un utente di Facebook, una volta appreso il problema, non si scandalizza: “Immaginavo, meglio ricaricare a casa”.
Una soluzione, però, che non è alla portata di tutti: “Io abito in centro – spiega un residente – non ho la possibilità di ricaricare in casa e ho comprato un’auto elettrica. Sarò strano ma l’ho fatto sapendo che esistono appunto punti di ricarica pubblici come quello sotto casa e vorrei pagare il giusto e non pagare per la sosta fuori dagli orari imposti. Se lo chiamano servizio pubblico una ragione ci sarà…”.
Perplessa anche Ilaria Anna Cerqua (capogruppo di Forza Italia), che ha deciso di presentare un’interpellanza per avere spiegazioni. In particolare chiede perché il Comune non ha concordato il collocamento di colonnine per la ricarica rapida, quali sono i costi e come sono stati definiti e “perché l’amministrazione è così in ritardo nell’attuazione della legge con tempi da slow city anziché da smart city tanto decantata”.