Fatturato di 1,2 miliardi e oltre 3 miliardi di consumazioni nei primi nove mesi del 2023, per una crescita rispettivamente dell’1,8% e dell’1,7%. Sono i risultati registrati nei primi tre quarti dell’anno in corso dal settore della distribuzione automatica, che dunque continuato a crescere ma più lentamente rispetto allo stesso periodo del 2022 (le consumazioni erano cresciute dell’8%). E che a fine anno avrà comunque fatto registrare un -10% rispetto al 2019 per “colpa” essenzialmente di smart working, guerre, crisi economica e aumento dei prezzi delle materie prime I dati sono stati resi noti da Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio, in occasione degli “Stati Generali del Vending” svoltisi l’8 novembre a Roma nella sede nazionale di Confcommercio. Tra gli altri numeri, da segnalare che a trainare i consumi tra gennaio e settembre sono stati gli snack (+8%), sia dolci che salati, mentre le bevande fredde hanno registrato una perdita del 3% e i gelati di quasi il 6%. In totale sono stati consumati oltre 1,7 miliardi di caffè (ben 6 milioni al giorno, +2,13%), che resta il prodotto più venduto (57% del totale delle consumazioni).
L’Italia, nel campo della distribuzione automatica, resta comunque leader a livello europeo, con più di 3mila imprese e un indotto occupazionale di oltre 33mila persone. Il nostro Paese, insomma, è un’eccellenza, tanto più che il 70% delle macchine prodotte viene esportato, così come anche molti accessori utilizzati nelle vending machine.
“La produzione italiana di distributori automatici – ha detto Massimo Trapletti, presidente di Confida durante gli Stati Generali del Vending – è un Made in Italy e come tale va tutelato, soprattutto dalla concorrenza asiatica che spesso copia i modelli e arriva sul mercato europeo con macchine che talvolta non rispettano le normative italiane ed europee. L’Italia deve farsi promotrice in Europa di maggiori controlli doganali: non vogliamo certamente penalizzare le merci che arrivano dall’estero ma esigiamo di “giocare tutti con le stesse regole”. In Parlamento si sta discutendo il ddl ‘Made in Italy’ nel quale riteniamo che la distribuzione automatica debba essere inclusa, come giustamente è stato ipotizzato per altri importanti settori. Oltre a questo, vi è l’urgenza di rifinanziare la transizione 4.0 che ha promosso l’innovazione anche nel nostro comparto”.
“Anche le società di gestione del servizio della distribuzione automatica hanno in questi anni subito delle gravi perdite. La crisi legata alla pandemia da Covid 19, lo smart working diventato ormai strutturale in grandi imprese, banche e pubbliche amministrazioni e il ridotto numero di utenti nelle strutture sanitarie hanno contratto le consumazioni. A questo – ha continuato Trapletti – si aggiungono le preoccupazioni per il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR), le difficoltà sui pagamenti elettronici e le concessioni pubbliche per il nostro servizio diventate sempre più onerose”.