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Il cuore di Matteo Colnago: su nella catena himalayana per aiutare la scherma paralimpica

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 02 Lug 2018   Posted by Barbara Apicella


AICURZIO – Nella vita ci vogliono forza e coraggio. Non solo per scalare una delle vette più alte del mondo, ma anche per affrontare le difficoltà di una quotidianità obbligata sulla sedia a rotelle. In entrambi icasi sono necessari determinazione, sacrificio e la forza di non arrendersi mai. Per arrivare a quella vetta dalla quale ammirare lo spettacolo della natura, della vita e della forza dell’uomo.

Per fare tutto questo ci vogliono coraggio e determinazione; Matteo Colnago lo sa bene ed è per questo che ha deciso di condividere la sua importante esperienza di scalare delle vette più alte del mondo con gli atleti dell’Accademia di Scherma Paralimpica Asd Groane. Una squadra che si allena all’Unità spinale del Niguarda di Milano e alla quale il giovane brianzolo ha decido di dedicare la sua impresa.

Matteo Colnago, 30 anni, residente ad Aicurzio – nel cuore della Brianza vimercatese – ad ottobre partirà per una spedizione alpinistica in Nepal: scalerà la vetta del Mera Peak (quota 6.500 metri), una montagna situata nella cuore della catena himalayana. Mentre in queste settimane prosegue intensamente la preparazione fisica e mentale, Matteo ha anche lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma www.eppela.com con l’obiettivo di raccogliere fondi per ingaggiare un nuovo istruttore di scherma, così da poter seguire meglio gli atleti e aiutare il coach già presenti nella squadra.

Una raccolta di fondi che si concluderà tra pochi giorni: ad oggi sono stati raccolti oltre 1.200 euro ma Matteo spera che la generosità prosegua.

“Quella di ottobre sarà un’impresa che necessita un grande impegno fisico e mentale – spiega Matteo Colnago, fisico già allenato agli sport estremi che sta preparando nei minimi particolari questa nuova avventura – Ho deciso di dedicare questa impresa a quegli atleti che più di ogni altro combattono ogni giorno”. Atleti che sulla sedia a rotelle si allenano, sudano, si sacrificano, esultano e piangono e come Matteo ci mettono anima e corpo per raggiungere la vetta. Anche se sono fermi sulla sedia a rotelle.

“L’alpinismo non è semplicemente l’ascesa di una vetta, ma una via di miglioramento personale che richiede sacrificio fisico e mentale proprio come gli atleti della scherma paralimpica che in ogni loro gesto e movimento “assaltano” la propria disabilità motoria abbattendo i propri limiti grazie alla loro forza di volontà che la disciplina della scherma infonde in modo propedeutico – ci ricorda Matteo – Gli atleti della scherma in carrozzina guardano la vita da un’altra prospettiva, proprio per questo sanno cogliere emozioni e sensazioni più profonde, intense e vere. Ogni giorno, un atleta della scherma paraolimpica dona coraggio al nostro mondo, abbattendo le nostre paure più radicate latente, diffondendo coraggio e vita”.

Ci vuole coraggio – ma soprattutto amore e dedizione per quello che si sta facendo – per scalare una delle vette più alte del mondo.

Quel coraggio che Matteo mette in ogni sua impresa sportiva, ma che gli atleti della scherma paralimpiaca e tutti coloro che si ritrovano in una condizione di disabilità ci mettono nell’affrontare la vita di tutti i giorni.

In bocca al lupo Matteo e ai nostri lettori l’invito a sostenere l’impresa di Matteo collegandosi al link https://www.eppela.com/it/projects/19086-scalare-l-himalaya-per-la-scherma-paralimpica

Barbara Apicella

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