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3 luglio 1971: muore Jim Morrison, diventerà un simbolo per molti

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 02 Lug 2019   Posted by Gualfrido Galimberti


Sei anni. Sei anni di attività musicale per diventare un personaggio e trovare un posto nell’eternità. Il 3 luglio chi ama la musica pensa a Jim Morrison. E’ l’anno 1971 quando il leader dei “Doors” viene trovato ormai senza vita nella vasca da bagno nell’appartamento situato a Parigi in rue de Beautreillis, civico 17, nel quartiere del Marais.

Il mondo saprà della sua morte quasi una settimana più tardi: soltanto il 9 luglio. Senza alcuna spiegazione. Morrison, infatti, non viene sottoposto ad alcuna autopsia alimentando il mistero sulle cause che hanno determinato la sua fine. Altrettanto misteriosa anche la sua sepoltura il 7 luglio nel cimitero di Père-Lachaise. Otto minuti di cerimonia, se così si può definire, senza la presenza di alcun sacerdote. Momento intimo solo con la fidanzata, un paio di amici, il manager e la segretaria.

Da quel momento in poi l’immortalità. Morrison diventa un simbolo per tutti. Non tanto per le sue capacità di artista – comunque valente cantante e poeta – quanto perché identificato come l’icona della gioventù ribelle e inquieta. Senza freni non solo nella vita ma anche durante i suoi concerti. Portato via a peso dalla Polizia, oppure ubriaco fradicio a tal punto da non essere in grado di esibirsi. Nonostante tutto apprezzato, forse anche per questa vita oltre le regole, sempre in grado di richiamare un pubblico da sold out.

Tutto questo fino all’1 marzo 1969, quando si presenta in ritardo al concerto di Miami, litiga con il pubblico e cala i pantaloni in modo provocatorio durante la canzone. Sarà condannato per atti contrari alla morale e per bestemmie in luogo pubblico. Quello sarà il punto di svolta, in negativo, della carriera dei “Doors”. Il pubblico inizia ad allontanarsi, i dischi rimangono in parte invenduti. Lui reagisce a modo suo, con droghe e alcol.

Nella primavera del 1971, dopo sei anni di carriera e di eccessi, decide di dire basta al mondo della musica e dello spettacolo per concentrarsi soltanto sulla poesia. Dopo due mesi di soggiorno parigino, però, l’improvviso decesso. Forse per colpa degli stupefacenti, forse per l’alcol. O più probabilmente per la combinazione di entrambi. Nella tragedia la riconciliazione con il grande pubblico: Jim Morrison diventa un mito, la sua foto un’icona, la sua tomba la meta di pellegrinaggi che durano ancora oggi.

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