MONZA – Il Consiglio di Stato pone fine ad anni di dispute di carattere urbanistico tra il Policlinico e il Comune: nei giorni scorsi è stata depositata infatti la sentenza che respinge il ricorso presentato dalla struttura sanitaria per una vicenda che risale alla fine del 2013.
Era il 2 dicembre di quell’anno, infatti, quando il Policlinico aveva presentato il progetto di ampliamento dei fabbricati. Corposa documentazione che era arrivata sul tavolo della Commissione per il Paesaggio. Questa, non aveva bocciato categoricamente il progetto, ma aveva evidenziato alcune criticità, chiedendo di integrare meglio l’intervento dal punto di vista urbanistico, vista anche la presenza del parco a nord. Si chiedeva pertanto una migliore ridistribuzione degli spazi interni e dei parcheggi, privilegiando la presenza del verde.
Il Policlinico aveva poi deciso di realizzare comunque i due nuovi padiglioni di diagnostica e cura, anche attraverso l’ampliamento di quelli già esistenti, presentando in Comune il 23 maggio 2014 una Dia (Denuncia di inizio attività). Intervento però subito stoppato con nota del dirigente del settore Governo del territorio, segnalando che l’area ricadeva interamente nell’ambito strategico 13/A del Documento di Piano.
Il risultato è facilmente intuibile: ricorso al Tar Lombardia da parte del Policlinico, sostenendo l’illegittimità del provvedimento del Comune di Monza. In sede giudiziaria, però, l’iniziativa del Policlinico non aveva avuto sorte migliore: il ricorso era stato respinto.
Naturalmente ciò non era bastato per archiviare l’iniziativa definitivamente. Ecco un secondo ricorso, questa volta al Consiglio di Stato. Materie per avvocati e per urbanisti, sostanzialmente riducibili a due motivi di contestazione: ovvero la convinzione che il Tar avesse erroneamente applicato la normativa regionale e le disposizioni del Piano di governo del territorio; inoltre si sottolineava che anche il Piano dei servizi era stato male applicato, ritenendo il Policlinico che l’area non fosse destinata a un parco urbano territoriale, ma a una semplice destinazione di area e verde per lo sport, tanto da avere messo a disposizione della cittadinanza a proprie spese un parco giochi attrezzato, comprensivo anche di campi da tennis.
Queste tesi, però, non hanno convinto i giudici della Sezione Sesta del Consiglio di Stato: a loro volta hanno deciso di respingere il ricorso, confermando la sentenza del Tar Lombardia e mettendo fine all’annosa vicenda.