MONZA – All’inizio della pandemia hanno lavorato senza particolari protezioni, non hanno mai interrotto il servizio anche nel periodo più difficile di questa emergenza sanitaria. Anche per questo motivo i lavoratori del comparto igiene ambientale, aziende pubbliche e private, si aspettavano il rinnovo del contratto che riconoscesse il loro impegno. Invece, da quasi 28 mesi sono in attesa di una positiva conclusione delle trattative. Ecco perché le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel lunedì hanno proclamato uno sciopero nazionale per l’intera giornata.
A Monza i sindacati hanno organizzato un presidio davanti al municipio dalle 9 alle 12. La vertenza interessa a livello nazionale circa 100.000 lavoratori. Nella nostra provincia sono impiegati oltre 700 addetti nel settore raccolta e spazzamento e altri 300 operano nel comparto degli spurghi. Altri 200 lavoratori sono impiegati nella provincia di Lecco.
Lo sciopero ha riscontrato un’ottima adesione: i lavoratori che hanno aderito sono stati più dell’85% tra quelli non precettati. In questo ambito, infatti, i servizi essenziali devono essere sempre garantiti.
“Le aziende vogliono un contratto più flessibile, più precario e più economico”, sottolineano Renato Sciortino, Simone Cereda e Damiano Giglio, segretari di Fit Cisl Monza Brianza Lecco, Fp Cgil Monza e Brianza e Fiadel.
“Vogliono destrutturare l’orario di lavoro – aggiungono –: una proposta per noi inaccettabile. In sostanza, un orario settimanale oggi definito diventerebbe estremamente flessibile a discrezione dell’azienda”.
Dal punto di vista economico, invece, la richiesta delle organizzazioni sindacali è in linea con gli aumenti contrattuali delle altre categorie.
I sindacati rivendicano anche evoluzioni delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori e sviluppo di processi di formazione continua.