SEREGNO – Chi si è spaventato nei giorni scorsi di fronte alla notizia del Comune di Seregno che deve pagare 1,9 milioni all’impresa che si era aggiudicata l’appalto per piazza Risorgimento, farà bene a chiudere gli occhi: perché a quell’importo vanno aggiunti 1,3 milioni di interessi maturati nel frattempo più spese legali e varie. Insomma, il totale è ora di 3,5 milioni complessivi.
A dare la notizia è stato Giuseppe Borgonovo, assessore ai Lavori pubblici, nel corso della seduta consiliare di lunedì. Una illustrazione completa con tutti i dettagli, affrontata dal punto di vista strettamente tecnico senza sconfinare nella polemica politica, in occasione del punto all’ordine del giorno che consisteva nell’approvazione del debito fuori bilancio dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano che costringe il Comune di Seregno a versare i soldi all’impresa. Da parte sua un solo commento, ma anche con una corretta precisazione: “Si tratta di un conto salatissimo. In tutto 3,5 milioni comprensivi di interessi, che non consistono in un risarcimento del danno come si è sentito dire da più parti in questi giorni. È il riconoscimento del pagamento di lavori eseguiti dall’impresa e mai corrisposti”.
Dopo la sua illustrazione, però, com’era prevedibile la polemica si è scatenata lo stesso. Elisabetta Viganò (Lega), ha voluto sottolineare a sua volta che non si tratta di un risarcimento danni. E che, a suo modo di vedere, è andata bene così: “Secondo l’impresa avremmo dovuto pagare 11,3 milioni per lavori male seguiti. Il tribunale riconosce che dobbiamo versarne 1,9 più gli interessi nel frattempo maturati. Onestamente mi sarei arrabbiata se il Comune avesse pagato tutto senza fare riserve. Ora salta fuori che ci sono già danni a L’Auditorium, soprattutto per quanto riguarda il sollevamento della pavimentazione: ci sarà pure una fideiussione dell’impresa subentrata a quella in causa con il Comune”.
La discussione, però, dal discorso tecnico si è presto spostata sul piano politico. Accuse e controaccuse tra centrodestra e centrosinistra, tra scelte di un’amministrazione di fare il municipio (quella guidata allora da Gigi Perego) e quella della Lega (Giacinto Mariani) di fare una piazza con L’Auditorium. Si è parlato del referendum che era stato indetto ai tempi, degli spazi non idonei per tutti gli uffici, si è detto di tutto e di più. Con toni, come si può facilmente immaginare, piuttosto accesi.
Al nocciolo della questione, invece, è arrivata Ilaria Anna Cerqua (capogruppo di Forza Italia), che da avvocato ha puntato subito verso il reale problema: “In questa seduta consiliare – ha dichiarato – si approva un debito fuori bilancio per questa annosa questione. Manca però un’informazione essenziale: l’attuale Giunta comunale vuole pagare o no? Questo ora interessa più di tante polemiche. Qual è l’atteggiamento di questa amministrazione di fronte a questo problema? Come intendete muovervi?”.
Sottolineando che dalla maggioranza sono arrivate anche interpretazioni errate sulla vicenda giudiziaria (“E’ il consulente tecnico d’ufficio del tribunale che, spingendosi un po’ più in là di quanto gli consente il suo ruolo, ha espresso giudizi sulla legittimità della scelta fatta allora dal Comune”), ha fatto presente quale può essere una conseguenza reale a carico di chi amministra ora la città: “Se voi volete pagare, vi avviso che siamo di fronte a un danno erariale non da poco. La giurisprudenza in questo senso parla chiaro: visto che abbiamo un’altra causa in corso con la stessa impresa, considerato che abbiamo chiesto danni per 3,3 milioni di euro, c’è l’obbligo di agire per compensazione. L’ingiunzione di pagamento del Comune di Seregno non è sospesa. Ricordo che l’impresa è in liquidazione coatta amministrativa: se il sindaco ora pensa di pagare e poi di chiedere i soldi, non riuscirà mai a raggiungere l’obiettivo. Rischia di essere chiamato a risponderne personalmente”.