MONZA – Differente da tutti quelli precedenti, e questo inevitabilmente anche per le conseguenze della pandemia. A essere diverso è il bilancio 2021 dell’Ufficio vertenze della Cisl Monza Brianza Lecco, presentato nella sede monzese di via Dante. All’incontro ha partecipato la segreteria al completo, composta dal segretario generale Mirco Scaccabarozzi e dai segretari Annalisa Caron e Roberto Frigerio. A illustrare nel dettaglio l’attività dei vertenzieri cislini è stato Antonio Mastroberti, classe 1962, laureato in comunicazione e gestione delle risorse umane, coordinatore regionale degli Uffici vertenze della Cisl.
Nella nostra provincia i cinque operatori fanno capo alle sedi Cisl di Monza, Seregno, Carate e Vimercate. La Cisl Monza Brianza Lecco, nel 2021, ha recuperato complessivamente 5.184.771 euro dai fallimenti e 1.834.403 euro dalle vertenze. In pratica, circa 4,5 milioni di euro sono relativi alle pratiche della Provincia di Monza, il resto a quelle della Provincia di Lecco. La riduzione delle somme recuperate è pari al 15 % rispetto all’anno precedente e al 25 % rispetto al 2019.
“È una tendenza che si protrae da almeno il 2015 – precisa la Cisl Monza Brianza Lecco -, determinato da tre fattori principali. Dopo la crisi del 2008, che aveva provocato il fallimento di numerose aziende, fortunatamente il numero delle aziende fallite negli ultimi anni si è andato progressivamente riducendo. Contestualmente i lavoratori che assistiamo, sempre di più, hanno anzianità di servizio breve e quindi crediti minori da recuperare e risarcimenti più esigui in caso di licenziamento illegittimo. Infine, a seguito delle modifiche legislative che hanno ridotto le tutele, l’anzianità breve determina sempre più spesso un recupero di somme inferiori al passato”.
“Il 2021 – evidenzia la Cisl Monza Brianza Lecco – è stato caratterizzato ancora dalla pandemia. Almeno fino alla fine di ottobre è stato parzialmente mantenuto il blocco dei licenziamenti ed, insieme all’uso degli ammortizzatori sociali, si è evitato che le aziende procedessero a riduzioni di personale. Durante gli ultimi due anni si è, quindi, ridotto il numero di lavoratori assistiti per licenziamento per motivi economici. In compenso, sono aumentate le conciliazioni per risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro. Sono invece aumentati i licenziamenti per giusta causa che spesso mascherano ragioni di carattere economico. Tra i fenomeni nuovi indotti dalla pandemia registriamo un aumento esponenziale dei lavoratori in smart–working, spesso senza accordi che possano garantire il diritto alla disconnessione, la tutela della salute, piuttosto che il diritto al pari trattamento economico. Un’altra conseguenza della pandemia è stata la massiccia collocazione dei lavoratori in cassa integrazione. Spesso i lavoratori sono venuti da noi per contestare la mancata rotazione durante la cassa con relativo danno economico e professionale degli stessi. In molti casi questi stessi lavoratori, una volta esauriti gli ammortizzatori sociali, sono stati licenziati e quindi si sono rivolti a noi per contestare il licenziamento e il danno patrimoniale. Elevato è stato anche in quest’ultimo anno il numero di lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni non solo per cambiare lavoro, come in passato, ma anche perché sprovvisti del necessario green pass per poter lavorare, oppure perché hanno deciso di prendersi una pausa dal lavoro, per curare la famiglia. Ma c’è anche chi ha intrapreso un percorso lavorativo diverso”.
In ogni caso, sottolinea il sindacato di via Dante, l’impegno è sempre quello di garantire tutele adeguate a lavoratrici e lavoratori in un mercato del lavoro in rapidissima trasformazione. In base ai dati presentati da UnionCamere –Anpal, Sistema informativo Excelsior, questo mese nella provincia brianzola sono previste 4.080 entrate nel mondo del lavoro. “Ma solo nel 35% dei casi – ha specificato il segretario generale Mirco Scaccabarozzi – le entrate saranno stabili, cioè con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Le altre saranno con contratti a tempo determinato”. “Con lo smart-working – ha riconosciuto Mastroberti – non ci sono più il luogo di lavoro e il tempo di lavoro. Ora c’è la questione legata al diritto alla disconnessione. E i premi di presenza vanno ovviamente rivisti”. Nel 2021 la Cisl Monza Brianza Lecco ha assistito, nella sola provincia di Monza, 635 lavoratori nelle vertenze individuali. Nel 2019 e nel 2020 erano stati, rispettivamente, 567 e 438. Il settore più “litigioso” è stato il terziario, seguito dal comparto metalmeccanico, quello artigiano in particolare.