SEREGNO – Un accordo ormai raggiunto, solo da ratificare ufficialmente attraverso l’espressione dei Comuni soci, ma che non piace a tutti: la partnership tra Ambiente Energia Brianza Spa (la multiutility seregnese a tutti nota come Aeb) e A2A, per dare vita a una realtà in grado di operare con il ruolo di leader nel settore del gas e dell’illuminazione, non convince pienamente tutte le parti coinvolte. La prima perplessità è addirittura interna al gruppo. Il consiglio di amministrazione ha deciso di dare il via libera all’operazione, ma senza trovare il consenso unanime. A poche ore dall’okay definitivo si viene subito a sapere che qualcuno ha deciso di astenersi.
Una volta compiuto il passo e diffuso il comunicato, anche Tiziano Mariani (capogruppo della lista civica “Noi x Seregno”) non ha esitato a definire l’accordo con il termine di “svendita”. Mariani, in più occasioni, aveva sottolineato il suo pensiero in Consiglio comunale: “Aeb fa gola a molti, non svendiamo il patrimonio che hanno costruito i nostri padri e che ci troviamo tra le mani. Ricordo che i ricavi consolidati del 2018 sono pari a 220 milioni di euro”. Con l’annuncio della partnership, però, il suo invito si è trasformato in un grande timore: “Seregno non ha più il controllo del gruppo Aeb. Ora il peso del Comune è pari a quello della stessa A2A. Con la differenza che la seconda è una società quotata in borsa e ha ben altri obiettivi. Ho paura che dovremo cedere ad altri i ruoli chiave all’interno dell’azienda”.
Marco Fumagalli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, rincara addirittura la dose. Per lui tutta questa operazione non è solo una svendita, è addirittura una sconfitta. “La Brianza – afferma l’esponente pentastellato – diventa sempre più terra di conquista ‘milanese’, perdendo quella autonomia raggiunta con la nascita della Provincia. Le municipalizzate brianzole sono sempre state un fiore all’occhiello e simbolo dell’operosità e parsimonia dei brianzoli e della politica del territorio. A2A, che ha una redditività garantita dai numerosi inceneritori di proprietà, la sta facendo da padrona sul territorio. Non vorremmo che la linea politica ambientale fosse stabilita da questo colosso quotato in Borsa”.
Di tutt’altro avviso, invece, il sindaco Alberto Rossi. Anche lui era intervenuto a più riprese evidenziando come sia impossibile al giorno d’oggi pensare a un “romantico isolamento”. E aveva avvertito che se lo studio non vincolante di fattibilità con A2A non fosse andato in porto, sarebbe stato necessario rivolgersi ad altri interlocutori. Alla controllata Aeb il sindaco aveva imposto alcune condizioni da tenere bene a mente prima di sedersi a qualsiasi tavolo: “E’ necessario mantenere la tradizione locale – aveva spiegato Rossi – ovvero quella di una società partecipata a controllo pubblico. Il Comune di Seregno deve continuare a essere l’azionista di riferimento. Ogni accordo non dev’essere solo una difesa dell’esistente, bensì deve rappresentare un’occasione di sviluppo e crescita del business in ogni segmento. Garanzie certe per il mantenimento dei livelli occupazionali per gli oltre 600 dipendenti del gruppo”.
Rossi, dopo l’intesa raggiunta con A2A, ha manifestato la sua soddisfazione: “Tutte le condizioni che avevamo posto sono state rispettate. Sono le stesse che ci aveva anche chiesto il Consiglio comunale. Con una valutazione onesta e sincera, libera da pregiudizi, credo che tutti possano apprezzare la bontà di questa operazione”.